Flower Power: perché riconoscere i diritti delle piante è ormai indispensabile, anche per la nostra sopravvivenza.
Le piante hanno diritti? E se ne hanno quali sono e cosa comporterà il fatto di riconoscerli? Attribuire diritti a soggetti che ne sono privi appare da sempre un’idea stravagante; eppure non bisogna dimenticare che neri, donne e bambini un tempo non ne avevano alcuno e oggi anche questo ci sembra impensabile. Nei secoli l’uomo ha allargato la cerchia dei diritti in seguito a guerre o rivoluzioni, come forma di riparazione per le ingiustizie e i danni subiti. Ci riferiamo sempre a guerre umane, ma combattiamo anche contro un popolo silenzioso e pacifico, dal quale dipende la nostra stessa sopravvivenza e che malgrado questo abbiamo decimato, spingendo migliaia di specie sull’orlo dell’estinzione: il popolo delle piante.
Firmare una pace con l’ambiente è ormai indispensabile per risolvere problemi globali come fame, migrazioni di massa, desertificazione, inquinamento e cambiamenti climatici. È giunto il momento di una «Dichiarazione universale dei diritti delle piante», che riconosca i diritti delle nostre sorelle verdi e garantisca anche i nostri.
Leggi un estratto.
Flower Power ha vinto il Premio Gambrinus Mazzotti 2020.
Alessandra Viola racconta il libro:
«Se leggete Flower Power scoprirete che esiste un mondo meraviglioso che non abbiamo ancora pienamente compreso ma da cui dipende la nostra sopravvivenza sul pianeta» (Serena Dandini su «Io Donna»).
«Indagando le rivendicazioni in atto di un auspicabile Flower Power, Alessandra Viola arriva a immaginare una Dichiarazione dei diritti delle piante» (Andrea Di Salvo, «Alias – il manifesto»).
L’autrice è stata ospite a Radio3: