Nella solitaria e selvaggia brughiera dello Yorkshire si consuma una struggente passione amorosa. I tormentati scontri che esplodono tra gli abitanti di un’agiata dimora a fondo valle e quelli di una fattoria su di un colle ventoso, convergono nella figura del trovatello Heathcliff.
Le invidie, i rancori e i veleni umani rendono le passioni e l’amore giochi pericolosi, dove si esercita la sottile arte della crudeltà. L’esplorazione profonda di affetti ed emozioni estreme e viscerali non intacca l’esattezza di uno stile che, come scrive Virginia Woolf, fa a «pezzi tutti i parametri di conoscenza degli esseri umani, per poi infondere a quelle irriconoscibili trasparenze un tale soffio di vita da portarle a trascendere la realtà».
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«Non ti auguro tormento maggiore di quello che soffro io Heathcliff. Il mio unico desiderio è che noi non siamo mai divisi; e, se una mia parola dovesse affliggerti d’ora in poi, pensa che io sento la tua stessa sofferenza sottoterra e per amor mio perdonami!»
«Se si eccettuano le forme sadiche del vizio, il Male, come si incarna nel libro di Emily Brontë, appare forse nella sua forma piú perfetta» (Georges Bataille).
«Emily Brontë sapeva liberare la vita dalla sua dipendenza dai fatti; con pochi tocchi indicare lo spirito di una faccia che non aveva piú bisogno di un corpo; parlando della brughiera far parlare il vento e ruggire il tuono» (Virginia Woolf).
«Non si può trasmettere il contenuto se non si trasmette insieme anche la forma. Per ciò che viene detto non è secondario il come viene detto. Il tono fa la musica» (Franz Rosenzweig).
«Emily Bronte, l’ardente, la geniale, l’indimenticabile, l’immortale Emily. Non scrisse che pochi versi, brevi liriche, aspre ferite alla cui malia non si sfugge. E un romanzo, Wuthering Heights, un romanzo come non se ne sono mai scritti prima, come non saranno mai scritti dopo. Lo si è voluto paragonare al King Lear. Ma veramente, non a Shakespeare fa pensare Emily, ma a Freud; un Freud che alla propria spregiudicatezza e al proprio tragico disinganno unisse le piú alte, le piú pure doti artistiche» (Giuseppe Tomasi di Lampedusa).
Il romanzo raccontato da Nadia Fusini su Rai Scuola:
Numerosi sono stati gli adattamenti cinematografici del romanzo. Il piú recente, del 2011, è quello diretto dalla regista Andrea Arnold:
Al romanzo di Emily Brontë si è ispirata l’artista Kate Bush per la canzone Wuthering Heights: