Il caso editoriale italiano dell’ultima Fiera di Francoforte, in corso di traduzione in 28 lingue.
È il 1946 quando Amerigo lascia il suo rione di Napoli e sale su un treno. Assieme a migliaia di altri bambini meridionali attraverserà l’intera penisola e trascorrerà alcuni mesi in una famiglia del Nord; un’iniziativa del Partito comunista per strappare i piccoli alla miseria dopo l’ultimo conflitto.
Con lo stupore dei suoi sette anni e il piglio furbo di un bambino dei vicoli, Amerigo ci mostra un’Italia che si rialza dalla guerra come se la vedessimo per la prima volta. E ci affida la storia commovente di una separazione. Quel dolore originario cui non ci si può sottrarre, perché non c’è altro modo per crescere.
Leggi un estratto.
«Questo è un libro bellissimo e importante, che dovete leggere. Vi assicuro che vi resterà nella testa, una volta finito, come quelle cose che ti cambiano un po’. Per sempre» (Maurizio De Giovanni).
«La letteratura è meglio della politica. Lo dico dopo aver letto Il treno dei bambini di Viola Ardone» (Michele Serra).
«La Ardone ha affondato le mani nella storia piú dolorosa della sua città. Ha setacciato il dialetto, la mentalità di quegli anni, e ha plasmato lo scenario perfetto per un grande romanzo sulle scelte (Simona Sparaco su «La Stampa»).
«Un romanzo affilato e toccante» (Conchita Sannino, «il Venerdí – la Repubblica»).
«Uno di quei libri che rimangono sotto pelle, che lasciano immersi nella storia anche quando l’ultima pagina si è chiusa» (Maria Grazia Ligato, «Io donna»).
«Un’opera su come essere felici senza fare troppo male agli altri: il protagonista sta bene altrove, ma a un certo punto sarà costretto a fare i conti con il suo passato» (Annarita Briganti, «Donna moderna»).
«Viola Ardone scava fino a farci male, indaga negli animi fino a farci tremare» (Ritanna Armeni, «L’Osservatore Romano»).
«Ardone racconta attraverso la visione di un bambino i gloriosi anni Cinquanta del Pci tra la gente, le idee di cambiamento sempre belle, gloriose, possibili, e intanto fa scoprire ad Amerigo il suo vero destino» (Pier Luigi Razzano, «la Repubblica»).
«Un romanzo appassionante e scritto benissimo. La storia di questo bambino del dopoguerra, della sua lotta per la sopravvivenza e l’amore, tiene incollati alle pagine» (Marion Kohler, DVA-Penguin, Germania).
«Originale, emotivo, di grande qualità letteraria. Un libro che tutti dovrebbero leggere» (Anne Michel, Albin Michel, Francia).
«Uno splendido romanzo. Viola Ardone ci fa riflettere, con delicatezza e maestria, su come certe decisioni possano cambiare per sempre la nostra vita» (Elena Ramírez, Seix Barral, Spagna).
Lino Guanciale legge un estratto del libro.
L’autrice parla del romanzo su Rai Cultura e su Fanpage.it:
Dal romanzo la regista Cristina Comencini ha tratto un film. Il trailer: