Reynard Heydrich è il gerarca piú spietato del Terzo Reich, il piú stretto collaboratore di Himmler e l’ideatore della Soluzione finale, lo sterminio sistematico degli ebrei. Macellaio di Praga, Bestia bionda, Cuore di ferro lo chiamano. Un uomo dall’infanzia problematica, segnata da due traumi: da una parte la voce stridula e l’aspetto effeminato che gli valgono l’appellativo di capra e dall’altra il mistero di una presenza ebraica all’interno della propria famiglia.
Trasformatosi nell’incarnazione dell’uomo ariano e ammirato dal Führer per la sua ferocia, Heydrich si dedica allo sterminio di tutti gli oppositori al regime. Ma da Londra, la città in cui il governo ceco è stato esiliato, parte contro di lui l’offensiva della Resistenza: l’agguato, a opera dei paracadutisti cecoslovacchi Jozef Gabčík e Jan Kubiš, avrà luogo il 27 maggio 1942.
Laurent Binet racconta una storia nota dando al lettore la sensazione di leggerla per la prima volta, in tutta la sua trascinante forza narrativa e nella sua drammatica verità documentaria.
Leggi un estratto.
Nel 2010 HHhH ha vinto in Francia il Prix Goncourt du Premier Roman.
«Insuperabile. Scritto con grazia ed eleganza. Magnifico» (Mario Vargas Llosa).
«Un capolavoro che riesce insieme ad affascinare, commuovere e avvincere» (Martin Amis).
«Un’opera di assoluta originalità» (Claude Lanzmann).
«Uno dei migliori libri che abbia letto da molto tempo a questa parte» (Bret Easton Ellis).
«Rifiutando gli artifici romanzeschi, Binet si attiene ai fatti accertati e ci propone un’avventura mozzafiato: quella di una scrittura vista come azione di giustizia, come un’operazione di commando, che mira a ritrovare le tracce degli eroi. O meglio: a salvare loro la pelle» («Le Monde des Livres»).
«Grazie all’abile gioco di specchi, HHhH diventa un’affascinante riflessione sulla genesi di un romanzo tra storia e letteratura» (Fabio Gambaro, «la Repubblica»).
«Una ricostruzione storica intensa e coinvolgente» (Nathalie Crom, «Internazionale»).
Dal romanzo il regista Cédric Jimenez ha tratto un film intitolato L’uomo dal cuore di ferro, in uscita nelle sale italiane il 24 gennaio: «La prima ragione per cui ho fatto questo film è che si può e si deve dire no a tutto questo. Nonostante tutto, Heydrich è stato fermato. A organizzare l’attentato fatale sono stati dei giovani della Resistenza ceca in esilio addestrati dagli inglesi. Ragazzi pronti a sacrificarsi. E con loro tanti altri, pronti a rischiare la vita per aiutarli».