«Zio, però non ci hai spiegato una cosa: se una volta eravamo tutti delle scimmie, allora eravamo tutti uguali. Come mai adesso siamo diversi, per esempio, c’è chi ha la pelle nera, chi ha gli occhi a mandorla, chi è piccolo piccolo, chi è altissimo…?»
In un mondo cosí complesso e multiculturale, in cui l’emergere di odio razziale e fondamentalismi sembra essere un problema sempre piú urgente, l’antropologo Marco Aime spiega alle nipotine Chiara ed Elena la bellezza della diversità.
La differenza ha profonde radici storiche e culturali ed è il frutto delle risposte che i gruppi umani hanno saputo dare ai differenti habitat con cui si sono trovati a convivere. Attraverso il racconto dei suoi viaggi in giro per il mondo e di incontri immaginari con colleghi celebri come Claude Lévi-Strauss o Bronisław Malinowski, e mediante aneddoti ed esempi, Aime spiega le diverse concezioni che i tanti popoli della terra hanno dello spazio, del tempo, della famiglia, dell’economia, del corpo.
Una sorta di breve e semplice corso di antropologia che fornisce ai giovani lettori – e non solo – gli strumenti critici per osservare il mondo con altri occhi, per abbattere gli stereotipi e comprendere che la diversità è invece una grande risorsa.
Leggi un estratto.
«Un percorso di conoscenza e di informazione sulla diversità dedicato ai futuri cittadini e protagonisti del domani» («la Repubblica»).
Il regista e interprete Giorgio Scaramuzzino ne ha tratto, per i ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado, una conferenza-spettacolo:
Nell’intervista per Rai Scuola Marco Aime spiega in che modo genetica e antropologia possano dialogare.