Una fiaba metropolitana che affonda le radici nel cuore delle leggende giapponesi, e proprio da quella materia antica trae la forma inattesa di qualcosa di nuovo. Con le bellissime illustrazioni di Emiliano Ponzi.
Le donne-ombrello 傘女 sono studentesse universitarie, casalinghe, disoccupate annoiate, ricche vedove, donne senza alternative, persone con un futuro strabiliante. «Sono nata in un giorno di pioggia»: solo dopo aver pronunciato questa frase impugnano l’immenso ombrello che hanno scelto, allungano un piede in strada e prendono a camminare accanto ai clienti, accompagnandoli dovunque vogliano e soprattutto ascoltando le loro storie. Le conversazioni che si tengono sotto l’ombrello restano segrete. Si parla, si tace, si inciampa, ci si dimentica del mondo fuori. Perché nel racconto che ne fanno, le donne sono tutte d’accordo almeno su un punto: il tempo sotto l’ombrello trascorre in modo diverso.
Tra loro, solo Aya pare nata per questo. È una donna-ombrello da molto prima di iniziare questo lavoro. Tutto in lei evoca giugno – la stagione delle piogge –, l’estate le cammina addosso. Aya porta sempre con sé una copia consumata del Dizionario delle parole della pioggia: la pioggia dell’inquietudine, fatta di grani minuti e senza fine, la pioggia profumata, quella che stacca i fiori di ciliegio dai rami, la pioggia sottile come il pelo di un gatto, la pioggia gelida d’inverno, e quella che passa velocemente, e quella che cade sui fiumi, e centinaia ancora. Ma piú della pioggia Aya aspetta Toru, un giovane pugile che si allena a correre in salita e discesa lungo la via piú ripida della città. Lei si siede in cima e lo aspetta, pure se lui non vincerà mai. Perché nella vita serve anche chi perde, chi accetta di cadere, e da terra riesce a guardare il mondo da una nuova angolazione.
Leggi un estratto.
«In un mondo che desidera e canta la forza e il potere, Laura Imai Messina ci consegna un piccolo inno alla perseveranza della fragilità, alla forza delle parole» (Demetrio Paolin, La Lettura – Corriere della Sera).
«Un libro da ascoltare, fatto di suoni, di sospensioni, di respiri. Un testo che non procede per trama, ma per ritmo, come una partitura» (Marina Leonardini, tuttolibri – La Stampa).
«La figura della donna-ombrello, con quel suo gesto minimo e silenzioso, ha qualcosa di magico. In un certo senso, dice molto simbolicamente: stare sotto lo stesso ombrello implica cura, attenzione al passo dell’altro. È un piccolo laboratorio di umanità, ascolto e silenzio», racconta l’autrice su «Io Donna».
Alcune delle illustrazioni con cui Emiliano Ponzi ha impreziosito il libro:
In occasione di Bookcity Le parole della pioggia è diventato una mostra:



