Michela Murgia ha scritto ogni giorno della sua vita senza mai smettere di chiedersi cosa è possibile cambiare, in sé e nel mondo, inventando storie. Raccontare, forse, era il suo modo preferito di pensare. Per questo i racconti raccolti in Anna della pioggia – scritti negli anni, magari letti una sera in una piazza e poi divenuti introvabili – sono pieni di luce, di vita e di idee. E restituiscono la voce mobile e folgorante di una delle piú importanti scrittrici del nostro tempo.
Anna corre solo quando piove, e correndo ragiona di lavastoviglie, soprammobili, pupazzi: tutto, pur di non affrontare direttamente ciò da cui davvero fugge. Assieme a lei, lo straripante catalogo di personaggi che animano questa raccolta di racconti include pastori laureati e portieri notturni, corridori scalzi e bambini che recitano in sardo mentre gli alleati bombardano Cagliari, terroristi, bracconieri, finanzieri, pescatori di polpi e persino piante, capaci di mettere in crisi le certezze di uomini spavaldi. Ci sono potenti voci di donne che prendono la parola per la prima volta: non solo Morgana, ma anche Elena di Troia, Beatrice Cenci che rifiuta l’autorità di un padre abusante e Odabella che sfida quella di Attila, re degli Unni. E ovviamente c’è Michela, che racconta di quando pestava l’uva nelle vendemmie della sua infanzia rurale, o di come le sue preghiere abbiano resuscitato una delle falene allevate insieme al fratello, o ancora del perché chiunque nasca su un’isola finisca per avere un’identità in frantumi. Queste storie, disseminate come gemme di un tesoro piratesco senza forziere, non sono mai state raccolte in un libro prima d’ora. Perché Michela Murgia le ha lette ad alta voce in scuole e teatri occupati, le ha raccontate a chi andava ad ascoltarla nei festival, le ha pubblicate in diari scolastici, cataloghi di mostre, addirittura nel programma di sala di un’opera lirica. Altre sono comparse nel suo blog, sono state trasmesse in radio o sono uscite su giornali locali. Altre ancora hanno circolato solamente tra le amiche e gli amici di Michela Murgia, come privati incantesimi letterari.
Anna della pioggia propone una scelta ragionata di questi racconti ritrovati, insieme ad alcuni piú noti. La cura – in tutti i sensi che si possono dare al termine – è di Alessandro Giammei, che ha lavorato filologicamente sull’archivio digitale lasciatogli da Michela Murgia. Il risultato è un libro nuovissimo, sorprendente, che ruota con una vitalità vertiginosa intorno ai temi cari da sempre all’autrice: la Sardegna dei miti e della politica coloniale, il potere delle donne, il lavoro, le identità queer, la malattia, i miracoli e le paure del nostro secolo.
Leggi un estratto.
«Ci sono fuochi in questo libro, incendi, donne intorno al fuoco […] Michela Murgia ha scritto molto, ha scritto sempre, ha colto l’occasione per sedersi e pensare, commentare, inventare modi e personaggi, riflettere. Scrivere, sapere e ricordare, pena la nostra scomparsa» (Chiara Valerio, «Robinson – la Repubblica»).
«Che emozione ritrovare la bellezza cangiante della scrittura di Murgia, le immagini vivide che saltano fuori dalla carta, la sua isola ancestrale che gocciola in poche parole dialettali» (Donatella Di Pietrantonio, «La Stampa»).
«In fondo non esiste un metodo per vivere o per essere uno scrittore; ognuno ha il proprio. Michela Murgia ne aveva uno che in qualche modo le ha permesso di fare due cose: di continuare a essere una scrittrice nonostante la sua volontà di non esserlo veramente, o comunque di non essere soltanto quello; ma soprattutto, di portare la letteratura oltre le pagine di un libro, cercando in qualche modo di incarnarla» (Francesco Piccolo, «Robinson – la Repubblica»).
«Leggere Anna della pioggia mi ha lasciato la sensazione che la sua voce dolce e graffiante sia ancora qui. E che stia per dire qualcosa di nuovo, importantissimo, fondamentale, urgente. È un libro vivo» (Daria Bignardi, «Vanity Fair»).
Su Raiplay il racconto che dà il titolo alla raccolta, letto dalla stessa autrice e trasmesso nel 2009 nella rubrica di Fahrenheit, Storyville (Radio3).
Michela Murgia legge Altre madri, presente nella raccolta:
