Intrecciando la storia tumultuosa dello Sri Lanka e lo sfondo della provincia italiana, le vite di quattro donne si inerpicano lungo sentieri lastricati di rancore, rabbia e amarezza, mentre tentano di andare avanti ritornando indietro, a casa.
Dopo trent’anni trascorsi in Italia, Neela ha deciso di tornare in Sri Lanka. Come l’attrazione gravitazionale della Luna, questa scelta genera maree che si ritirano dalle coste della sua famiglia, scoprendo ansie radicate nelle menti e spiriti ancestrali imprigionati nei corpi. Sull’isola, sua sorella Himali cresce una figlia sul modello di un ideale politico, con un marito fantasma, ex militante comunista immigrato senza documenti in Europa. Pavitra, la sorella piú piccola, alle spalle un matrimonio insapore, si aggira come uno spettro in un appartamento non suo, soffrendo la povertà che l’ha costretta a dare in pegno l’unica ricchezza che possedeva. Ayesha, la figlia di Neela, vive a Milano una vita sgretolata, precaria, senza mai riuscire a «trovare né la soddisfazione morale né la compensazione economica».
Una storia famigliare ambientata tra il presente e il passato, tra due spazi geografici che sradicano e frammentano, tra un Paese in cui è difficile provare a realizzare i propri sogni e uno in cui la magia e il mito pervadono ancora ogni cosa.
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«Un’esperienza letteraria precisa, fresca, pienamente contemporanea e consapevole dei suoi mezzi» (Claudia Durastanti).
«Un grande affresco familiare, con una lingua letteraria ricchissima e uno sguardo sociologico particolarmente acuminato, ricco di compassione ma privo di pietà. Dalla specificità di una storia di migrazione Uyangoda riesce a far emergere un’immagine molto piú vasta e complessa del mondo di oggi, nelle sue questioni civili, politiche e identitarie piú brucianti» (Vincenzo Latronico).
«L’autrice riporta alla luce con estrema delicatezza e profondità temi urgenti come la migrazione, l’integrazione, il disagio mentale, il confronto generazionale. Una riflessione rimane sospesa: ogni altrove ha in sé possibilità e condanna. Ogni ritorno, anche» (Federica Bassignana, «Il Foglio»).
«Un esordio formidabile» (Giorgia Sallusti, «il manifesto»).
«Una toccante saga femminile» (Eleonora Molisani, «Donna moderna»).
«Tra Milano e Colombo la storia di quattro donne, tra modernità e spiritualità antica, che grazie a una scrittura acuminata e ricca apre uno squarcio sui rancori, la fatica, la rabbia e i rapporti di classe che inquietano la vita in questo e nell’altro mondo» (Maria Grazia Ligato, «Io Donna»).
«Questo libro racconta quello che resta una volta che l’acqua, l’acqua della vita, ti ha lavato», racconta l’autrice nell’intervista di Francesca Angeleri al «Corriere della Sera».
