Alla loro comparsa, nel 1726, I viaggi di Gulliver conquistarono immediatamente un pubblico vastissimo e trasversale: se i bambini erano catturati dalla sua trama fantastica, i politici ne coglievano il veleno satirico, riversato sugli eventi e la società contemporanea. Da allora, il libro ha continuato a esercitare un fascino duraturo su lettori di ogni genere, distinguendosi come un unicum nella letteratura mondiale per la sua capacità di agire su piú livelli.
Il primo piano è quello della pura invenzione narrativa: Swift costruisce mondi che funzionano come fiabe geometriche, dove la meraviglia è regolata da una logica ferrea. Nei quattro viaggi compiuti da Lemuel Gulliver, il lettore assiste attraverso il suo sguardo a un’infinita serie di prodigi, e vi si abbandona con la curiosità rapita dei bambini. Ma oltre a stimolare l’immaginazione visiva, Swift mette alla prova la nostra capacità di interpretazione. Nei Viaggi di Gulliver, le apparenze spesso ingannano, e l’ironia – tagliente e corrosiva – permea quasi ogni frase. E a un ulteriore livello, sotto la satira, oltre la favola, resta la domanda portante dell’opera: che cos’è davvero l’essere umano? Sovrano della natura o insetto che si crede re? Meschino come un lillipuziano, feroce come uno yahoo, o ingenuo come il gullible Gulliver? Swift non fornisce risposte, ma voltata l’ultima pagina chi legge ha la sensazione di aver guardato l’umanità intera attraverso una lente deformante – e di avervi scorto, alla fine, il proprio volto.
Grazie all’ampio corredo di immagini con cui Lorenzo Mattotti contrappunta il testo, creando un universo visuale parallelo e armonico a quello di parole della nuova traduzione di Anna Nadotti, la versione qui proposta offre un’esperienza sensoriale a tutto tondo, il miglior omaggio possibile all’inventiva multidimensionale del capolavoro di Jonathan Swift.
«È pericoloso questo Swift, prende a schiaffi i lettori e non li lascia dormire. Eppure, se non vogliamo essere schiavi, se non vogliamo che i nostri figli lo siano, dobbiamo leggerlo e rileggerlo. È compito urgente» (Roberto Bolaño).
«Se dovessi fare un elenco di sei libri da preservare quando tutti gli altri fossero distrutti, I viaggi di Gulliver vi comparirebbe sicuramente» (George Orwell).
Alcune delle illustrazioni con cui Lorenzo Mattotti ha impreziosito il volume:



