Intenso, coraggioso, I giorni di Vetro è il romanzo della nostra fragilità e della nostra ostinata speranza di fronte allo scandalo della Storia.
Redenta è nata a Castrocaro il giorno del delitto Matteotti. In paese si mormora che abbia la scarogna e che non arriverà nemmeno alla festa di San Rocco. Invece per la festa lei è ancora viva, mentre Matteotti viene ritrovato morto. È cosí che comincia davvero il fascismo, e anche la vicenda di Redenta, della sua famiglia, della sua gente. Un mondo di radicale violenza – il Ventennio, la guerra, la prevaricazione maschile – eppure di inesauribile fiducia nell’umano. Sebbene Bruno, l’adorato amico d’infanzia che le aveva promesso di sposarla, incurante della sua «gamba matta» dovuta alla polio, scompaia senza motivo, lei non smette di aspettarlo. E quando il gerarca Vetro la sceglie come sposa, il sadismo che le infligge non riesce a spegnere in lei l’istinto di salvezza: degli altri, prima che di sé. La vita di Redenta incrocia quella di Iris, partigiana nella banda del leggendario comandante Diaz. Quale segreto nasconde Iris?
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I giorni di vetro ha vinto il Premio Manzoni Romanzo storico.
«Nicoletta Verna ha scritto un romanzo familiare di rara intensità che affonda nell’enigma di un sentimento di colpa senza redenzione» (Corrado Augias).
«L’autrice procede con voce sicura nel dipanare il filo dei ricordi, con autenticità, senso del ritmo e padronanza di tempi» (Viola Ardone).
«Una penna che controlla perfettamente trama e personaggi» (Valeria Parrella).
«È una sorpresa. Una scrittura piena di forza, personalità, capace di attingere al passato come se ne avesse esperienza diretta» (Nicola Lagioia).
«Questo libro è vivo: fatto di Elsa Morante e di Renata Viganò. Il romanzo italiano torna a resistere» (Roberto Saviano).
«Verna ha una voce potentissima, diversa da tutte, ha come un magnete interno attorno al quale tutto il racconto gravita, una tranquillità e una sicurezza, una calma rovente. Un tizzone, la letteratura quando torna» (Concita De Gregorio, «la Repubblica»).
«È già il caso letterario dell’anno» (Massimo Gramellini, In altre parole).
«Uno dei libri piú neri e severi che io abbia mai letto, ma con una luce interna (la letteratura?) che sorregge il racconto dalla prima all’ultima riga, e gli impedisce di soccombere alla durezza dei fatti. Un grande libro» (Michele Serra, «Il Post»).
«A volte un libro ti spinge a immetterti in un’avventura che riesce ad acchiapparti in modo perentorio. Lo cominci e cadi in un flusso inarrestabile. È come se la trama, con la sua forza d’urto, ti proponesse nodi umani riconoscibili in maniera straziante. Produce tutto ciò la lettura di un grande romanzo, e I giorni di Vetro lo è» (Leonetta Bentivoglio, «la Repubblica»).
«Le voci intense e penetranti dei personaggi non cessano di risuonare nella mente del lettore ben oltre la fine del libro. Leggetelo, non ve ne pentirete» («tuttolibri – La Stampa»).
«Un romanzo epico»: su «7 – Corriere della Sera» Daniela Monti intervista l’autrice.
«Dopo l’esordio fulminante con Il valore affettivo, per la scrittrice un ritorno che ha l’allure del classico» (Fulvio Paloscia, «la Repubblica di Firenze»).
Nicoletta Verna racconta il libro al TGR.