Claire KeeganUn’estate

Liceo scientifico Leonardo da Vinci, Salerno
Classe: II B
Docente: Daniela Giacomarro

L’estate può essere un segreto nascosto, una stagione ricca di libertà e spensieratezza, nella quale può essere celato l’insegnamento dell’amore: questo è quanto scrive Claire Keegan nel suo libro Un’estate, rivelando i cambiamenti della protagonista. Un periodo all’apparenza semplice, che costruisce nella bambina un senso di appartenenza, poiché proviene da una famiglia che non le ha mai manifestato attenzioni e sentimenti genuini, ma l’esperienza di vivere il periodo estivo con la coppia di zii materni rivela in lei emozioni nuove.

L’autrice non attribuisce un nome alla protagonista, come a voler sottolineare che chiunque di noi può identificarsi in lei. Infatti, quest’ultima non sa cosa significhi essere accudita dai propri genitori, che sono sempre impegnati ed emotivamente assenti: l’estate trascorsa dagli zii, i Kinsella, è quindi determinante per farle conoscere il significato della parola amore. I Kinsella sono sempre presenti per la protagonista, nel corso della narrazione, regalandole esperienze che fanno maturare in lei qualcosa di nuovo, si prendono cura della bambina e le donano tutto il loro affetto. La protagonista durante questa estate scopre anche la sua passione per la corsa, grazie al signor Kinsella che, ogni giorno, la manda a prendere la posta correndo, misurando il tempo che impiega, cosí da poter fare ogni giorno meglio. Correre  diventa la sua passione e, soprattutto, la fa sentire libera.

Il rapporto tra la bambina e suoi genitori biologici è molto complicato, gli adulti sono anaffettivi, si sente esclusa e non accettata, prova cosí una forte solitudine all’interno del contesto familiare. L’amore tra genitori e figli è un legame indissolubile, il valore della famiglia però si è perso, causando distacchi interni: i genitori hanno altre priorità ed escludono i figli dalla propria vita, causando cosí silenzi e incomprensioni. La famiglia invece dovrebbe essere caratterizzata dalla cura, dall’attenzione e da particolari che si sentono sulla propria pelle.

C’è un segreto dentro la famiglia Kinsella, o meglio il senso di colpa per aver avuto un momento di disattenzione e aver perso di vista il proprio bambino. Mrs Kinsella non è riuscita ancora a superare il vuoto che ha causato in lei la morte del figlio e cerca di colmarlo con l’arrivo della bambina, che accoglie come se fosse sua figlia. Infatti entrambi cercano di farla sentire davvero a casa, coinvolgendola in tutte le attività che si svolgono regolarmente in una fattoria. La bambina nonostante non sappia l’aiuto che in questo momento sta dando solo con la sua presenza, cerca di non deluderli mai.

Durante la lettura si ha la possibilità di comprendere quanto la protagonista sia priva di amore, e come questo l’abbia portata ad appartarsi nei propri pensieri. Nonostante all’arrivo sia intimorita, trovandosi in un ambiente estraneo, ha la fortuna di incontrare persone capaci di trasmettere il valore e l’essenza dell’amore. L’amore offertole dai Kinsella è incondizionato e non ha bisogno di essere ricambiato. È un amore silenzioso, fondato sulla cura e l’affetto. È proprio da quest’attenzione ricevuta che si instaura un rapporto profondo di conoscenza reciproca. Interpretando il racconto, e percependone lo spessore, ci si accorge che essere genitori non significa solo mettere al mondo i propri figli, ma dimostrare e insegnare loro il significato del vero amore.

Durante il viaggio di ritorno verso casa, alla bambina riaffiorano tutti i bei ricordi della particolare estate passata con i Kinsella. Diverse emozioni la attraversano durante il tragitto, tra tutte, quella che la sovrasta è l’ansia di rincontrare i genitori, ma anche la curiosità di conoscere il nuovo fratellino. Il ritorno a casa non è come il lettore potrebbe immaginare, non si tratta di recuperare luoghi e aspetti interrotti dall’estate appena trascorsa, ma di aver acquisito una nuova consapevolezza: la conoscenza di un’alternativa, diversa dalla sua realtà, dall’anaffettività trasmessa inconsapevolmente dai genitori, al bel rapporto instaurato con i Kinsella.

La protagonista comprende di essere stata amata per ciò che è realmente, e capisce che per far parte della sua nuova famiglia deve nascondere un segreto. Quello della bambina non è un vero ritorno a casa poiché per la protagonista questo non è un luogo dove può ricevere amore. Quando fa ritorno, i genitori biologici criticano quelli adottivi perché pensano che la bambina si sia ammalata per colpa loro e, di conseguenza, che non si siano presi cura di lei. L’ultima immagine del romanzo ci mostra la protagonista correre verso l’auto degli zii, partiti dopo averla riaccompagnata a casa. Ciò ci riporta all’inizio della storia, quando il padre adottivo ha notato la sua capacità per la corsa ed è stato l’unico che ha capito la passione della bambina, guardandole dentro, percependola per quello che è. Tornare a casa non significa quindi raggiungere il luogo dove siamo cresciuti, ma rendersi conto che solo chi ci ama rappresenta la nostra casa.