La Rivoluzione francese può appassionare i ragazzi come un romanzo? Sì, se a raccontarla è il collettivo di scrittori Wu Ming che ha dimostrato di saper coniugare rigore storico e gusto della narrazione.
Il romanzo si apre il 21 gennaio del 1793, quando Luigi XVI viene ghigliottinato: la rivoluzione però è tutt’altro che salva, anzi non è mai stata così in pericolo. L’uguaglianza terrorizza gli oppressori di un tempo, e i nobili nascosti nell’ombra tramano per il ritorno del vecchio ordine. Si serviranno del misterioso Cavaliere d’Yvers, e della sua conoscenza delle arti magiche, per soggiogare il popolo e creare un’armata di sonnambuli controrivoluzionari. Sulla loro strada troveranno però la resistenza, guidata da un attore mascherato e dal suo bastone «ammazza-cattivi»… Un racconto storico e insieme fantastico che attraverso il potere della narrazione rende viva la Rivoluzione francese e la restituisce al di là degli stereotipi e dei luoghi comuni.
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Così i Wu Ming presentano il loro romanzo: «Abbiamo deciso di affrontare la Rivoluzione francese alla nostra maniera, scegliendo le angolazioni più strane e stranianti che potessero sollecitare la nostra immaginazione, ficcando i piedi nel piatto, provando a scaraventare i lettori in medias res senza remore e senza salvagente. Non abbiamo raccontato né l’exploit rivoluzionario né la coda lunga della Rivoluzione, bensì il suo momento centrale, letteralmente ciò che sta nel mezzo (in questo lasciandoci ispirare dal magistrale Victor Hugo di Novantatré)».
I Wu Ming hanno immaginato L’Armata dei Sonnambuli come un progetto che va al di là delle pagine di un romanzo e comprende incontri, lezioni di mesmerismo e anche un disco.
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