Giusi Marchetta (Torino)
Zanna bianca è stato il mio primo libro. C’erano stati dei fumetti prima, fiabe, testi illustrati, ma niente che somigliasse a un romanzo vero come quello che leggevano i grandi.
Un lupo con un quarto di cane nel sangue combatte contro la natura crudele di uomini e animali che lo circondano prima di riscoprire un briciolo di umanità e la possibilità di essere felice: mi sembrò bellissimo.
Adesso, quando mi chiedo quale sarà il prossimo libro da proporre ai miei alunni delle medie (bambini con un quarto di adolescenza nel sangue) mi sembra che non possa mancare. Con tutte le controindicazioni del caso: è violento e impietoso per tutta la prima parte; il protagonista non è il tipico cucciolo per cui si prova tenerezza; infine è un classico, con un lessico chiaro ma meno accattivante di alcuni romanzi per ragazzi di nuova generazione. Eppure capita che sia il romanzo giusto e allora lo consiglio: se la lettura va in porto per il mio piccolo lettore o lettrice, mi fa piacere in modo diverso rispetto ad altri libri. Mi rende felice perché mi ricorda che non esistono i libri «da maschi» e che nelle storie impietose assaporiamo il gusto della verità che non ci viene mai detta.
E poi Zanna bianca sta crescendo. Capita di tirare fuori i denti mentre si cresce, di essere aggressivi per legittima difesa verso il mondo. E cosa c’è di più bello quando siamo quasi adolescenti che sentirsi suggerire che da qualche parte nel nostro animo inquieto si nasconde un essere umano destinato ad essere amato e felice?
Giusi Marchetta insegna materie letterarie nella scuola secondaria di primo grado Pier Giorgio Frassati di Torino.