Un diciottenne prende la parola e fa a pezzi il mondo degli adulti, e i propri genitori, smascherando la fragilità di una generazione che non è mai davvero cresciuta. Del resto i genitori sono uguali ai bambini, bisogna prenderli come vengono. Una commedia divertente, corrosiva e tenera, sghemba come tutte le famiglie, dove bisogna adattarsi «l’uno alla forma sbagliata dell’altro per non sparire del tutto».
Dicono che fare il genitore sia il mestiere piú difficile, ma nessuno ricorda mai che fare il figlio non è proprio una passeggiata. Soprattutto quando hai diciott’anni e i tuoi genitori pretendono tu sappia già scegliere cos’è meglio per la tua vita, anche se la loro non sembra esattamente quella che avevano immaginato. E allora li osservi muoversi in quel microcosmo fatto di amicizie che possono tornare utili, di colleghi che hanno solo figli geniali, al contrario di te, di solitarie battute di caccia in Lettonia e turn over di fidanzati, e quasi ti arrendi all’idea che sarai proprio tu il loro ennesimo fallimento.
«Ci sono figli di colleghi di mia mamma piú bravi di me in qualsiasi cosa, piú educati, meglio pettinati, meglio vestiti, piú svegli, affettuosi. Ci sono figli di colleghi di mia mamma che, forse, sono anche piú figli di mia mamma rispetto a me».
Leggi un estratto.
«Questo libro racconta la solitudine con leggerezza, intelligenza e sincerità» (Luciana Littizzetto).
Marco Marsullo ha incontrato molti studenti in giro per l’Italia. Su Facebook ha scritto: «Mi ricordo solo i sorrisi divertiti, le domande acute, gli applausi a ogni stronzata perché i ragazzi sono belli, devono sfogare. Soprattutto i loro messaggi di ringraziamento. Fare lo scrittore ogni tanto serve davvero a qualcosa».
«Il mio protagonista non ha nome e questa scelta serve per fare immedesimare chiunque legga il libro e si trovi nella sua stessa situazione»: ha detto Marco Marsullo durante un’intervista.
Marco Marsullo è stato ospite di Pane quotidiano:
e di Che tempo che fa:
I miei genitori non hanno figli è consigliato dai ragazzi del liceo Fermi di Bari e del liceo Cafiero di Barletta. È anche un consiglio dell’insegnante.