Andrea BajaniLa vita non è in ordine alfabetico

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È un maestro con una scatola di legno piena di lettere colorate a dare il via al racconto: in questo libro, fatto di trentotto storie brevi che germogliano da una parola sempre diversa, le lettere si combinano per descrivere le piccole epifanie del quotidiano, la leggerezza di una scoperta, lo stupore degli attimi più felici.

La vita intera passa attraverso le molteplici combinazioni di quelle ventuno lettere: in fondo basta una manciata di parole per provare a raccontarsi. Infanzia. Mattina. Drago. Senza. Ognuno ha le sue. Sigaretta. Quindici. Amore.
Tutti vorremmo provare a mettere la vita in ordine alfabetico. Ben sapendo che, purtroppo e per fortuna, in ordine alfabetico la vita non ci sta.

Con l’incanto prodigioso della sua scrittura, trascinante e poetica, Andrea Bajani compone una commedia umana in miniatura, in cui ogni piccolo gesto può diventare una chiave per capirsi, e rendersi conto che la felicità, alla fine, sta dentro la piega che di colpo prendono le cose.

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Andrea Bajani, con La vita non è in ordine alfabetico, si è aggiudicato il premio letterario Leonilde e Arnaldo Settembrini, promosso dalla Regione Veneto e giunto quest’anno alla cinquantaduesima edizione. Il vincitore è stato scelto da una Giuria di giovani nel corso di un evento pubblico che si è svolto al Teatro Toniolo di Mestre.

Massimo Recalcati ha scritto di questo libro: «Bajani, che ha un rapporto profondo con la poesia della parola, (…) ci conduce altrove, nel punto dove l’evento della parola ci trascina via, oltre il mondo già visto e già saputo. È il punto dove ogni vero maestro si ferma e inizia la scrittura della vita».

Ascolta l’intervista ad Andrea Bajani su Radio Capital.

Secondo Ernesto Ferrero: «Anche se ogni storia è conclusa a sé, una sorta di filo lirico le cuce insieme, e le solleva nella zona rarefatta in cui dall’inconscio fiorisce l’accettazione di sé».

Giulio Ferroni ha scritto: «Tra Calvino, Parise, Tabucchi, i brevi testi de La vita non è in ordine alfabetico inseguono per evidenza di scrittura il fuggire e lo slontanarsi della vita: la voce narrante si rivolge, in seconda persona, a soggetti indefiniti, che si muovono con l’evidenza della normalità quotidiana, tra atti banali e atti segreti, tra situazioni consuete, ovvie abitudini, scambi affettuosi e contrasti laceranti, difficili prove di vita».

Leggi il dietro le quinte di questo libro.