Piergiorgio PaterliniBambinate

16+

«Non avevo paura del buio, quel buio mi riparava come una caverna. Era della luce che avevo paura».

Metà anni Sessanta. È il Venerdí Santo in un paesino della Bassa Padana e, come da tradizione, si rappresenta la Via Crucis: ci sono le Pie Donne, il Sommo Sacerdote, il Cireneo, la soldataglia. E Pilato. I protagonisti, però, sono tutti bambini e nessuno di loro sta recitando. Neanche Denis, che viene prelevato da casa con la forza e portato alla Montagnola, come un piccolo Cristo sul Golgota. Su di lui – su Semo, come lo chiamano i compagni –, si abbatte la ferocia quotidiana del capogruppo, la connivenza degli altri bambini, il guardare cieco degli adulti.

Cinquant’anni dopo nulla sembra essere cambiato veramente. Una cena di classe organizzata su Facebook riunisce quei bambini, diventati ormai adulti sconfitti e rancorosi. Eppure c’è ancora qualcuno che vuole mettere a posto le cose e liberarsi di quel passato «che non vuole saperne di passare». Ma la resa dei conti, alla fine, si rivelerà crudele come allora fu spietato il gioco.

Un romanzo potente sul bullismo e sulla provincia, sulla ferocia dell’infanzia e sulla presenza assente degli adulti.

Leggi un estratto.

«Un libro di battaglia culturale e civile che ci ricorda – anzi ci urla – che il percorso verso la responsabilità, verso l’empatia, verso la solidarietà con l’altro, è una salita tutta in contromano» (Alessandro Gilioli, «L’Espresso»).

«Un viaggio dolorosissimo nella zona grigia “dove Pilato è peggio di Giuda”» (Maurizio Crosetti, «la Repubblica»).

«Bambinate scandaglia la violenza dal suo primo irrompere nella vita umana» (Luciano Salsi, «Gazzetta di Reggio»).

L’autore parla del romanzo a Rai Cultura: