Joe R. LansdaleIo sono Dot

14+

«Potreste pensare che questa non sia una storia vera, perché una parte di essa contiene cose a cui è difficile credere, ma vi assicuro che non c’è niente di inventato, dall’inizio alla fine».

A diciassette anni, quando hai un padre uscito a comprare le sigarette e mai tornato e vivi in una roulotte con una madre buona a nulla, un fratellino re delle caccole e una sorella regolarmente gonfiata di botte dal marito, non sono molte le persone su cui puoi contare. Ma se mai c’è una ragazzina capace di prendere la vita e rivoltarla, be’, questa è Dorothy Sherman, per gli amici Dot.

Niente è facile per lei, che di notte sogna di prendere il diploma e fare il college e di giorno fa la cameriera sui pattini al Dairy Bob per far quadrare il bilancio famigliare. Si difende come può, Dot, anche menando le mani. Finché un giorno, un tizio di nome Elbert, che dichiara di essere suo zio, si installa nella roulotte di famiglia. Per quel che ne sa, potrebbe essere un serial killer – del resto qualche piccolo trascorso criminale ce l’ha – ma alla fine l’uomo si rivelerà il piú sensato della famiglia. E, dopo anni di frustrazioni e delusioni, forse anche per Dot la ruota potrebbe girare.

«Si tratta di una grande avventura? Be’, nessuno andrà sulla luna o scalerà una montagna altissima. Ma per me è un’avventura. È la mia vita quotidiana».

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«È la storia di una vittoria conquistata senza fanfare e senza retorica, solo scoprendo che ci si può opporre a un destino che somiglia a una condanna» (Andrea Colombo, «il manifesto»).