Luigi PirandelloIl fu Mattia Pascal

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«Una delle poche cose, anzi forse la sola ch’io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal».

Mattia Pascal è un annoiato bibliotecario di provincia, costretto a vivere con una moglie che non lo comprende e una suocera che lo disistima profondamente. In seguito all’ennesima lite famigliare, decide di fuggire dal piccolo paese in cui vive per tentare la fortuna a Montecarlo. E qua, per un beffardo scherzo del destino, vince una grossa somma di denaro alla roulette. L’illusione di poter cominciare finalmente una nuova vita sembra farsi reale. Senonché durante il viaggio di ritorno in treno, una notizia sul giornale lo sconvolge: a Miragno è stato ritrovato il suo cadavere.

Dopo un momento di sgomento, Mattia realizza di potersi finalmente lasciare alle spalle questa esistenza fallimentare. Non piú Mattia Pascal ma Adriano Meis, si trasferisce a Roma e si innamora della figlia del padrone di casa. Ma si scontra ben presto con i limiti di una vita vissuta al di fuori dalle convenzioni sociali: non può denunciare un furto, non può sposare Adriana, non ha, di fatto, un’identità. Decide allora di riesumare Mattia Pascal e tornare a quella vita da cui è fuggito e che però, ormai, lo ha escluso del tutto.

Uno dei romanzi piú famosi del Premio Nobel per la letteratura, che annuncia gli antieroi del Novecento e affronta la riflessione sul doppio che alberga inevitabilmente in ognuno di noi.

Leggi un estratto.

Omero Antonutti legge per Radio3 Il fu Mattia Pascal, nella riduzione radiofonica di Chiara Nicoletti.

L’intervista per Rai Scuola a Geno Pampaloni:

Le trasposizioni cinematografiche del romanzo furono tre; la più recente è quella del 1985, diretta da Mario Monicelli.

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