Elsa MoranteL’isola di Arturo

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Arturo Gerace, che porta il nome della stella più luminosa della costellazione di Boote, vive sull’isola di Procida tra spiagge e scogliere. Orfano di madre e con un padre mezzo tedesco e mezzo napoletano tutt’altro che presente, vive selvaggio in un mondo tutto suo, avventuroso, fatto di libertà assoluta, sogni fantastici e imprese piratesche. Un mondo che viene distrutto un giorno d’inverno, quando suo padre torna sull’isola con una moglie appena sedicenne.

Quell’intrusione nella «casa dei guaglioni» significa per Arturo la fine della fanciullezza e la scoperta della vita: Nunziata riesce infatti a sciogliere quell’animo solitario, che per la prima volta scopre l’universo femminile, i sentimenti, l’attrazione carnale e il rifiuto. E poi la gelosia e la repulsione nei confronti del fratello appena nato, e il crollo del mito paterno, tanto osannato da considerare ogni suo sporadico ritorno come un dono del cielo. La vita vera si fa improvvisamente reale e quel mondo fiabesco non basta più.

Uno dei romanzi di formazione più belli del Novecento, un viaggio verso l’età adulta e la maturità che passa attraverso la scoperta e il disincanto, con un protagonista che, come la stessa Elisa in Menzogna e sortilegio, «si porta addosso la croce di far parte non di un oggi ma di un sempre».

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Con questo romanzo nel 1957 Elsa Morante vinse il Premio Strega.

morante

«Un monumento smisurato di scrittura» (Italo Calvino).

«Una piccola, criptica Achilleide resuscitata» (Cesare Garboli).

«Dalla prima lettura, nella meravigliosa prosa della Morante mi sono riconosciuto e mi riconosco come in uno specchio che mi venga brutalmente messo davanti. Ed è per questo che ancora mi sconvolge» (Ivan Cotroneo).

«Esemplare e mitico percorso adolescenziale verso una cognizione del dolore e una fuga dalle radici, fiaba irreale che combatte contro la realtà» (Rodolfo Di Giammarco, «la Repubblica»).

«Giorno dopo giorno Arturo cresce e noi con lui» (Maddalena Giusto, «Donna moderna»).

«La Morante ha scritto il romanzo di formazione più perfetto del Novecento italiano» (mangialibri.com).

Iaia Forte legge L’isola di Arturo a Radio3.

Nel 1962 il regista Damiano Damiani ne ha tratto un film, vincitore del Concha de Oro al Festival di San Sebastian: