Anna Migotto e Stefania MirettiNon aspettarmi vivo

14+

«Non so spiegare esattamente quello che ho visto accadere ai miei amici, ma all’improvviso ho visto morire tutti i sentimenti».

Chi sono i ragazzi che si uniscono all’Isis e cosa li spinge a partire lasciandosi tutto alle spalle, anche l’amore delle madri, delle fidanzate, dei fratelli, per fare la guerra agli infedeli? Come è possibile che Seifeddine, che frequenta un master universitario e ama la danza, arrivi a uccidere con un kalashnikov 39 turisti sulla spiaggia di Sousse? Come si passa dalle acrobazie di break dance al desiderio di morte?

Dopo anni di lavoro sul campo, Anna Migotto e Stefania Miretti restituiscono per la prima volta le voci di una generazione «pericolosamente in bilico tra Europa e Califfato», ragazzi che prima di essere adescati sul web dalle promesse del radicalismo religioso erano studenti modello, musicisti trasgressivi, calciatori prodigio, majorette vanitose, discotecari in fissa coi marchi alla moda, adolescenti affettuosi. E nelle loro storie ci sono gli sms che questi giovani jihadisti mandano alle madri, gli ultimi post di Facebook prima di farsi esplodere, la disperazione dei padri disposti a morire pur di riportarli indietro, lo sgomento degli amici.

Un libro pieno di inedite testimonianze. Un viaggio crudo e scioccante nella quotidianità e nell’immaginario dei ragazzi sedotti da Da‘ish, per scoprire che il paesaggio svelato è insieme esotico e ben piú familiare del previsto.

«Non aspettarmi vivo è la frase che dicono alla mamma, con la quale continuano a chattare fino al giorno prima di farsi esplodere, promettendole “Ci vediamo in paradiso”. Si lasciano convincere che quella che stanno vivendo non è la vita vera: ed è questo il tema che più di tutto ci ha sconvolto».

Leggi un estratto.

«Leggere quanto siano diverse le motivazioni dei singoli aiuta a vedere quanto imprecisi e superficiali siano certi giudizi» (Corrado Augias, «la Repubblica»).

«Non aspettarmi vivo avvicina il mondo del Califfato e dei suoi cupi sogni di grandezza al nostro, dove tanti adolescenti si aggirano alla disperata ricerca di senso» (Francesca Sforza, «La Stampa»).

«Un reportage perturbante» (Monica Ceci, «Gioia»).

Anna Migotto è stata ospite a Quante storie:

Stefania Miretti parla del libro a Radio3:

Antonio Ferrari ne parla su CorriereTv: