Herman MelvilleMoby-dick

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Un romanzo d’avventura che è anche una fiaba mostruosa e un’allegoria intollerabile. E senza dubbio, un capolavoro indiscusso della letteratura americana, riproposto in una nuova traduzione.

Ishmael arriva a New Bedford un giorno d’autunno, e dopo aver conosciuto Queequeg, un ramponiere polinesiano, decide di avventurarsi con lui in mare aperto a bordo della baleniera Pequod. Ad accoglierli è una ciurma di pazzi d’ogni colore, razza e fede, dai quaccheri ai cannibali agli adoratori del fuoco, e un capitano sul quale si vociferano molte storie, che si mostra loro solo a navigazione iniziata. Ahab, questo il suo nome, appare sul ponte con una gamba d’osso di balena e un’unica ossessione: trovare Moby-Dick, l’inafferrabile e feroce capodoglio che lo ha mutilato con un colpo di coda.

Questa sua sete di vendetta spinge il Pequod in una caccia spietata che si carica di un grande significato simbolico, la lotta tra Bene e Male: Moby-Dick è il male, il destino, il dramma della vita umana e Ahab l’uomo che non accetta i propri limiti e che osa sfidare le forze della natura. Ed ecco che, dopo mesi di navigazione, finalmente, la temutissima balena bianca compare.

«Chiamatemi Ishmael. Qualche anno fa – non mette conto precisare quando – a corto o meglio a secco di quattrini e senza niente di speciale a trattenermi sulla terraferma, pensai di darmi per un po’ alla navigazione e di veder la parte acquorea del mondo».

Leggi un estratto.

«Ancora oggi per molti lettori Moby-Dick è come l’Ulisse di Joyce, come L’uomo senza qualità di Musil. Magari lo cominci e poi dopo 150 pagine lo molli. Ma se ti lasci prendere il piacere è immenso» (Cristina Taglietti, «la Lettura, Corriere della Sera»).

«La versione proposta da Ottavio Fatica è un monumento linguistico barocco – cioè, melvilliano! –, che talora attinge vette di straordinaria efficacia» (Luigi Sampietro, «Il Sole 24 ore»).

«Moby-Dick, opera-mito, libro-mondo, capace di sposare l’epica al Bildungsroman al saggio sulla caccia alla balena al catalogo alla pièce teatrale al romanzo d’avventura, è sempre un regalo meraviglioso. Io lo ricevetti a 15 anni, e lo lessi a 30. Perché il capitano Ahab sa aspettare il momento giusto, almeno con i lettori» (Giuseppe Culicchia, «La Stampa»).

«Herman Melville ha creato la grande letteratura di mare e dal 1851 i lettori sono stregati dal suo Moby-Dick» (Francesco Longo, «Rivista studio»).

Il regista John Huston ha realizzato, nel 1956, l’adattamento cinematografico:

Nel 2015, Ron Howard ha diretto il film Heart of the sea – Le origini di Moby-dick sul naufragio della baleniera Essex, che ispirò Melville per la stesura del romanzo:

In occasione della Campagna Einaudi Tascabili (giugno 2016), è stato realizzato il telo mare con l’incipit del romanzo:
telo