Chiara Valerio Storia umana della matematica

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Storia umana della matematica racconta il lato umano di una disciplina che crea terrore (non solo negli studenti) appena ne viene pronunciato il nome. E lo fa attraverso il racconto delle vite – speciali, strambe e normalissime – di sei matematici. Questo vuol dire che alcune delle bestie nere della matematica studiata al liceo vengono qui raccontate quando non erano bestie nere, ma solo cuccioli che potevano essere addomesticati. 

Gli eroi buffi di queste storie, cioè i matematici protagonisti, sono: János Bolyai, ungherese, che risolvendo il problema delle rette parallele, fermo da duemila anni, apre però una grande questione sull’esistenza di Dio; Bernhard Riemann che, nonostante la sua timidezza, descrive e parla di superfici curve come nessun altro; Norbert Wiener che è il padre di tutti i robot e che si esprimeva correttamente in lingue ma non era comprensibile in nessuna di esse; Lev Landau che, ad oggi, oltre a essere stato l’unico fisico a cui l’Accademia di Svezia ha assegnato il premio Nobel a Mosca e non a Stoccolma (se Landau non va al Nobel, è il Nobel che va da Landau) è anche l’unico uomo ad essere morto due volte; Pierre Simon Laplace, politicamente molto scorretto, ma matematicamente perfetto perché descrive tutto l’universo e dice anche come vincere al lotto; Mauro Picone che da appassionato di Piero della Francesca riesce a fare in modo che l’esercito italiano possa combattere la prima guerra mondiale senza continuare a spararsi addosso.

Ma Storia umana della matematica interseca anche i grandi romanzi italiani e stranieri, la storia dell’arte, la geografia… Perché il punto di vista di chi racconta queste storie è quello di una bambina, curiosa come tutti i bambini, che all’amore per la matematica affianca ben presto quello per la letteratura. Una bambina che in un modo sempre un po’ inventato (come fanno i bambini) coincide con l’autrice, Chiara Valerio, che ha studiato e insegnato matematica per molti anni (e con qualche difficoltà). Perché come tutti gli studenti e gli studiosi di matematica sanno, tutto è facile ma solo una volta che hai capito.

Leggi un estratto.

«Un libro brillante» («Internazionale», F. Randall).

«Un libro che racconta e insegna senza mettersi in cattedra, e che riavvolge il nastro del tempo, riportandoci, leggendo la sua, alla nostra infanzia, alla nostra voglia di conoscere e imparare e ai nostri fallimenti» («The Huffington Post», Silvia Pelizzari).

«La scrittrice fa capire, attraverso l’armonia delle suggestioni, quanto anche la matematica, come la letteratura appunto, sia un’invenzione dovuta al desiderio» («L’Espresso», Wlodek Goldkorn).

«Ma è quando l’autrice avvicenda all’aneddoto il racconto del sé, la confessione di quel suo strappo al cuore, che la storia della matematica Chiara Valerio diventa umana» («Il Venerdì, La Repubblica», Piergiorgio Odifreddi).

«Nella matematica c’è anche l’infanzia, le scoperte, le avventure dentro la letteratura e l’irruzione dell’assoluto che cambiano la vita per sempre» («Io donna», Annalena Benini).

«È la storia non di un liscio progresso scientifico bensì di un percorso a inciampi in cui l’errore e l’imperfezione mettono al sicuro dall’onnipotenza» («il manifesto», Alessandra Pigliaru).

«Non c’è nulla di lasciato al caso in questa architettura: il risultato è una matassa, un gomitolo fatto di capitoli da lasciar riposare perché il senso complessivo si depositi» (www.poetarumsilva.com).

«Mi sono fermata dinanzi ad ognuna di queste frasi e alla fine ho ricordato una definizione di George Cantor: “L’essenza della matematica è la sua libertà”» (maddmaths.simai.eu, Sandra Lucente).

Storia umana della matematica è un consiglio di classe.