Archivio Mensile: settembre 2018

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Leonardo CaffoVegan

Leonardo Caffo è ancora un giovane studente quando un giorno si ritrova a seguire un seminario di etica e animalismo all’università. È lí quasi per caso, l’aula è semivuota, lo scenario sembra surreale: conosciamo davvero la violenza che c’è dietro a ciò che indossiamo, a ciò che mangiamo, alle medicine che utilizziamo?

Essere vegani non è né una moda, né una dieta, ma vuol dire, prima di tutto, abbracciare una filosofia. I vegani non sono strane creature che si cibano di tofu, seitan e altre cose con nomi assurdi; sono persone che hanno deciso di compiere un atto simbolico costante: non mangiare piú dei «qualcuno» che la nostra società ha trasformato in dei «qualcosa».

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Classe

Donatella Di PietrantonioL’Arminuta

Liceo C. Cafiero, Barletta
Classe: IV G
Docente: Silvia Grima

L’Arminuta è un’espressione dialettale che in italiano può essere tradotta come la ritornata. La protagonista del romanzo non ha un nome esplicito, ma è continuamente apostrofata con questo epiteto che, per quanto spersonalizzante, la descrive a pieno: dopo aver vissuto per i primi tredici anni della sua vita in una casa confortevole con quelli che credeva essere i suoi veri genitori, la protagonista viene improvvisamente accompagnata in una nuova casa, sudicia e fatiscente, dove conosce i genitori biologici e cinque fratelli, a lei fino a quel momento ignoti.

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Giulio GuidorizziUlisse

Dopo il grande successo di Io, Agamennone Guidorizzi ci racconta Ulisse in modo altrettanto inedito e sorprendente, dando voce a chi si è sacrificato per lui in nome dell’amore.

Di Ulisse pensiamo di sapere tutto. È l’astuto guerriero che ha trovato il modo per espugnare Troia. È il condottiero senza paura che ha affrontato tempeste, ciclopi, canti di sirene e perfide maghe. È l’avventuroso sovrano di Itaca che ha vagato anni per mare, perseguitato da Poseidone, prima di poter giungere finalmente a casa. Ma il mito, come la storia, ha sempre un altro lato. 

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Paolo MaurensigIl diavolo nel cassetto

«Il diavolo non sopporta che si rida di lui, questo era il suo punto debole. Di sicuro si sarebbe vendicato».

Dichtersruhe è un paesino svizzero incastonato tra le montagne, che deve la sua fortuna a un breve soggiorno di Goethe in una delle locande della zona. D’altronde la letteratura qua è una cosa molto seria: tutti e mille gli abitanti sono accomunati dalla passione smodata per la scrittura. Dal prete anzianissimo che redige le sue memorie alla ragazzina un po’ sciocca autrice di filastrocche, passando per il fabbro e il borgomastro, tutti si sentono scrittori e ambiscono alla gloria letteraria

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Massimo MantelliniBassa risoluzione

Entro in camera di mia figlia. Sulla sua scrivania l’attrezzatura tecnologica per ascoltare la musica è molto semplice. Un vecchio Mac mini di dieci anni fa, una connessione a internet, Youtube e un paio di casse in plastica da otto euro. Alla domanda: «Francesca, ma come suona la musica qui nella tua stanza?» la risposta è: «Benissimo».

Davvero il nuovo è sinonimo di migliore? L’uso sempre piú frequente di internet e delle tecnologie ha modificato in modo radicale il nostro rapporto con la realtà, con le informazioni, con le relazioni sociali.

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Cesare PaveseLa luna e i falò

All’indomani della Liberazione, dopo molti anni passati in America, Anguilla fa ritorno al paese delle Langhe in cui è cresciuto. Eppure, a Santo Stefano Belbo tutto sembra essere rimasto uguale, immobile: «stessi rumori, stesso vino, stesse facce di una volta. I ragazzetti che correvano tra le gambe alla gente erano quelli; i fazzolettoni, le coppie di buoi, il profumo, il sudore, le calze delle donne sulle gambe scure, erano quelli. E le allegrie, le tragedie, le promesse in riva a Belbo». Anche Nuto, l’amico di sempre, è ancora là. E con lui Anguilla decide di ripercorrere i luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza alla ricerca delle proprie radici.

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Insegnante

Delphine de ViganLe fedeltà invisibili

Silvia Vitucci (Roma)

Specchi infedeli, ovvero Le fedeltà invisibili di Delphine de Vigan

Se, come ci ha insegnato Tolstoj, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo, la sofferenza della famiglia del dodicenne Théo e quella legata al vissuto familiare della sua professoressa di scienze, per certi versi vicine e sovrapponibili, difficilmente potranno parlarsi. Hélène, è questo il nome della professoressa, ha alle spalle un vissuto lacerante di violenze domestiche che la rende particolarmente sensibile al problema dei bambini che subiscono abusi o sopraffazioni da parte del mondo adulto.

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