Elvira SeminaraAtlante degli abiti smessi

Liceo scientifico – linguistico Archimede, Acireale (CT)
Classe: II B/L, II D/L, III A
Docente: Elisabetta Granieri Galilei

Tra le pagine di Atlante degli abiti smessi è narrata una storia particolare: la storia del legame sdrucito, «come un lenzuolo che ha subito troppi lavaggi, vestito troppi letti», tra la protagonista Eleonora, la quale si trasferisce a Parigi dopo la morte dell’ex marito, e la figlia Corinne, che, nonostante venga raggiunta dalle cartoline della madre con puntualità, non le risponde.

Colpisce il modo in cui la scrittrice trasmette le sue emozioni attraverso degli elenchi. Spesso pensiamo che essi siano noiosi, apatici, anonimi poiché enumerano svariati oggetti che abbiamo bisogno di ricordare o memorizzare. Eleonora, attraverso elenchi di vestiti, in un modo alquanto raro ed innovativo, riporta alla luce i suoi piú intimi ricordi, anche i piú dolorosi, con il fine di ricucire il rapporto usurato con la figlia. «La lettura affrontata mi ha portato ad aprire le ante del mio armadio e a concepire i miei abiti in una maniera differente. Ho iniziato ad osservarli non piú come semplici oggetti, bensí come parte integrante della mia vita, del mio essere e della mia storia».

Nonostante il romanzo sia stato ambientato nel ’92, la scrittrice è stata capace di catapultarci in un mondo parallelo, in un’epoca ante-Internet che sentiamo lontana, difficile quindi da descrivere dato che non ci appartiene. Ha evocato sentimenti ormai rari come l’attesa, la distanza, la nostalgia che si sono materializzati nelle molteplici lettere destinate alla figlia al fine di ricucire quel rapporto strappato.

Lo stile utilizzato fa sí che il romanzo risulti coinvolgente ed intrigante agli occhi del lettore; di rapida lettura e profondo di contenuti, è un libro nel quale ciascuno di noi si può rispecchiare.