Massimo MantelliniBassa risoluzione

Giovanni Antonio Del Vescovo (Barletta)

La nostra società assiste a una sorta di meta-modernità. Riflettiamo sul suo senso, anche nascosto, mentre proliferano definizioni di essa: post-modernità, ipermodernità, post-post-modernità e cosí via. Il saggio Bassa risoluzione di Massimo Mantellini offre una chiave di lettura delle modificazioni che hanno investito il nostro vivere (e anche il senso comune) a partire da circa una ventina di anni.

Leggendo le pagine che vogliono decostruire il significato della modernità, mi è sembrato opportuno accostarle (per molti versi) all’opera che scrisse nel 1936 Walter Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica (e che giusto per inciso vide la sua prima edizione italiana, nel 1966, per i tipi di Einaudi). Il testo, imprescindibile per l’Estetica del ‘900, poneva la riflessione sulla morte dell’Arte e sulla perdita dell’aura di unicità dell’opera d’arte laddove venisse riprodotta continuamente. E non è forse la stessa domanda che si è posto Mantellini? Come non pensare, leggendo Bassa risoluzione, a Derrick de Kerchove e ai suoi interrogativi angosciosi su Internet? Sul passare continuamente da un’immagine a un’altra (interruzione permanente) e da un testo a un altro che, se pur alimenta il pensiero laterale, rende inattuabile la formazione di un’interiorità dotata di spessore?

Tutto lo scrivere di Mantellini si muove attorno al postmoderno di Lyotard, alla rottura con il passato causato dal declino delle grandi narrazioni, dell’illuminismo, dell’hegelismo e del marxismo. E ancora Mantellini è come Bauman, ovvero il cantore disilluso della modernità fluttuante e frammentata, del vivere nella non-appartenenza. Si vive, d’altronde, in un mondo effimero, dove non c’è piú tempo forse per porsi la domanda che si pose Roland Barthes nel 1980: studium e punctum di una fotografia dove si situano? Oggi quella forma di allucinazione che è la fotografia si chiama anche selfie e artselfie: falsi a livello della percezione, forse veri a livello del tempo.

Giovanni Antonio Del Vescovo insegna Scienze umane presso il liceo A. Casardi di Barletta.