Francesco AbateUn posto anche per me

Silvia Grima (Barletta)

Delicato e crudele, tenero e violento insieme, proprio come spesso può essere la vita degli ultimi fra gli ultimi. E lo straordinario protagonista di Un posto anche per me di Francesco Abate è certamente un «ultimo». Abbandonato dalla madre, non desiderato da un padre destinato al carcere, appena tollerato da una nonna che non ha mai accettato nemmeno suo figlio, cresciuto in un istituto religioso, Peppino sin dalle prime pagine conquista il lettore con il suo guardo solitario e taciturno sulla vita che scorre tra le spiagge e i profumi della Sardegna lontana, e le strade della capitale osservate dai finestrini del tram.

Fisicamente in sovrappeso, deriso per il suo aspetto e per i suoi silenzi, Peppino vive faticosamente tra il disagio del presente e il peso del passato che riemerge a poco a poco come un mistero doloroso. Un mistero che il lettore da un lato non vede l’ora di scoprire, ma che allo stesso tempo teme perché già si preannuncia come terribile. Ed è Marisa, la ragazza a cui Peppino idealmente si rivolge per tutto il racconto, unica aiutante vera in mezzo a tanta disumanità, al centro di questo segreto con cui Peppino dovrà fare i conti, per riuscire finalmente a trovare un posto nel mondo.

Con una scrittura asciutta e intensa, Francesco Abate regala ai lettori un personaggio indimenticabile, una sorta di eroe (o antieroe) moderno in cerca di una rinascita che sembra impossibile. Fino all’ultima pagina.

Silvia Grima, insegna italiano e latino presso il liceo Cafiero di Barletta.