Archivio Autori: eitascabili2

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Chiara ValerioNessuna scuola mi consola

Ad Alessandra Faggi, professoressa precaria di Matematica, sezioni B e L, non piace affatto la fredda burocrazia scolastica. E per questo, dopo aver scritto dettagliatamente l’incipit dei verbali dei suoi consigli di classe, passa a raccontare di sé, la storia della sua prima macchina, la sua prima sigaretta sulla spiaggia. Lo fa per divertirsi, ma anche per rendere piú umane e migliori le ore in classe.

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Classe

Davide MoscaBreve storia amorosa dei vasi comunicanti

ITE Tambosi, Trento
Docente: Sara Losa
Classe: IV SA

Esercizi di scrittura creativa: rilettura del romanzo Breve storia amorosa dei vasi comunicanti dal punto di vista di Margherita

1. Due pesi due misure: gli opposti si attraggono

Ed ecco che un’altra giornata è di nuovo iniziata. Sempre solita routine: sveglia alle 6:00, un bicchiere d’acqua, una tazza di caffellatte (40 calorie), due biscotti (60 calorie), appunto tutto sulla mia agenda delle calorie chiamata anche “libro nero”, bilancia, e pronta per iniziare a studiare anche oggi.

È un periodo abbastanza stressante per me e questo non fa che chiudermi ancora di piú lo stomaco, ma devo sforzarmi, non riesco piú a sentire le lamentele di tutti su quanto io stia perdendo chili in questo periodo, quindi credo che una mela e una carota per un totale di 65 calorie, per la mia cena, possano bastare.

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Viganò

Renata ViganòL’Agnese va a morire

«L’Agnese va a morire è una delle opere letterarie piú limpide e convincenti che siano uscite dall’esperienza storica e umana della Resistenza. Un documento prezioso per far capire ai piú giovani e ai ragazzi delle scuole che cosa è stata la Resistenza: una guerra di popolo, la prima autentica guerra di popolo della nostra storia» (Sebastiano Vassalli).

Sembra di vederla l’Agnese, con la vestaglia a fiori, le sporte sulle spalle e i piedi gonfi infilati nelle ciabatte informi. L’Agnese che fa la lavandaia e vive con il marito Palita che impaglia fiaschi e costruisce scope e panieri. E che tra una giocata di carte e un bicchiere di vino aiuta i partigiani a organizzare i loro movimenti.

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Classe

Hisham MatarIl ritorno

ITET Bramante Genga, Pesaro
Docente: Maura Maioli
Classe: VA AFM

Un momento di scuola vera in un anno difficile

Abbiamo studiato il colonialismo italiano in Libia e nel Corno d’Africa, non solo nel nostro libro di testo, che gli dedica un unico paragrafo. Abbiamo letto Il ritorno di Hisham Matar, il cui nonno ha partecipato alla Resistenza contro gli italiani occupanti e il cui padre Jaballa, oppositore del regime di Gheddafi, è scomparso nel carcere di Abu Salim. Infine abbiamo incontrato Anna Nadotti, che di questo libro è la voce italiana. Con un po’ di amaro in bocca – perché per quanto è successo durante questo capitolo della nostra storia ci siamo sentiti come se fossimo in parte responsabili – possiamo però dire di sentirci piú ricchi.

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Melania G. MazzuccoLa lunga attesa dell’angelo

Un padre e la figlia amatissima, il maestro e l’allieva che si è annullata in lui: una figura femminile difficile da dimenticare.

Uomo ribelle e ambizioso, pittore inquieto e geniale, Jacomo Robusti detto il Tintoretto ha vissuto solo per dipingere e per la sua arte ha sacrificato tutto (reputazione, guadagni, piaceri), allontanando uno a uno – con la sola eccezione del remissivo Dominico – tutti i figli: le femmine in monastero, via da casa i maschi insofferenti alla sua tirannia. Finendo per perdere anche la prediletta figlia naturale, Marietta, educata contro le convenzioni della società per fare di lei la sua creazione piú riuscita: una musicista, una pittrice, una donna libera.

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Michela MurgiaStai zitta

Se si è donna, in Italia si muore anche di linguaggio. È una morte civile, ma non per questo fa meno male. È con le parole che ci fanno sparire dai luoghi pubblici, dalle professioni, dai dibattiti e dalle notizie, ma di parole ingiuste si muore anche nella vita quotidiana, dove il pregiudizio che passa per il linguaggio uccide la nostra possibilità di essere pienamente noi stesse. Per ogni dislivello di diritti che le donne subiscono a causa del maschilismo esiste un impianto verbale che lo sostiene e lo giustifica.

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Percorsi

Sara LoffrediL’anima delle città

Come l’uomo plasma la sua casa nel corso di una vita, cosí generazioni di uomini modificano le città nei secoli, rendendo visibile il rapporto tra il luogo e chi lo abita. Se persone diverse costruiscono rapporti diversi con sé stessi e i loro simili, lo faranno anche con lo spazio che occupano, ed è per questo che luoghi costruiti con i medesimi elementi – abitazioni, negozi, strade, portici, alberi, a volte un fiume – risultano cosí distanti tra loro.

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Dante AlighieriCommedia

«La Comedia, “poema sacro / al quale ha posto mano e cielo e terra” (Par. XXV, 1-2), il grande viaggio di Dante e dell’umanità dallo smarrimento alla luce, ha parlato per secoli, e ancora continua a farlo, dell’animo umano e dei suoi profondi misteri. Le sue traduzioni in tutte le lingue del mondo e in moltissimi dialetti, la collocazione, ribadita da molti critici, di Dante e Shakespeare alla base del canone della letteratura occidentale attestano il suo straordinario successo. Ogni grande opera comunica al di là del suo tempo e ognuna per le sue peculiarità» (Roberto Mercuri).

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Insegnante

Chiara ValerioLa matematica è politica

Irene Martino, Gioia del Colle (BA)

L’ultimo saggio di Chiara Valerio, La matematica è politica – una sorta di pamphlet polemico – pone sul tappeto questioni di primaria importanza, attraverso l’efficacia della leggerezza e la godibilità di una scrittura che riesce a essere molto accattivante e coinvolgente, pur nella forma argomentativa. Leggerezza e provocazione. Leggerezza e profondità. Leggerezza e ironia. Queste, a mio parere, le cifre costitutive di un testo che analizza modi di essere e posture mentali che dilagano nel nostro tempo e nei cui confronti il libro della Valerio ci richiama a riflessioni molto audaci, quanto necessarie.

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Martina MerlettiCiò che nel silenzio non tace

Puoi fuggire alla Storia quando ti accorgi di farne parte?

Agosto 1944. Una suora ribelle e coraggiosa sottrae un neonato da una cella del carcere Le Nuove di Torino facendolo scivolare nel carrello della biancheria: è il figlio di una deportata, destinato a morte certa. Si sa, la lavanderia non è affare dei tedeschi, e il piú delle volte i carrelli entrano ed escono dalle mura senza essere frugati. Ora il bambino dorme tranquillo, ma qualcuno dovrà prendersi cura di lui.

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